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Relazione delle attività della Sezione U.I.C.I. di Crotone per l’anno 2013

Tracciare un bilancio delle attività svolte dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti su questo territorio nel corso dell’anno 2013, con particolare riferimento ai servizi offerti ai nostri iscritti diviene veramente una impresa ardua se non impossibile da realizzare.

 

Nulla è mutato infatti sul piano del rapporto di collaborazione con le più dirette istituzioni locali, Comune e Provincia in primis, sul piano dell’offerta nell’ambito di specie relativamente alle esigenze della nostra utenza.

 

Oramai sembrano lontani anni luce i tempi in cui una certa e ben circoscritta classe politica parlava e agiva offrendo e donando disponibilità attraverso l’attivazione di segnali concreti di una operatività che in qualche modo dava risposte e infondeva un senso di fiducia verso le istituzioni da parte della nostra base associativa.

 

Appare superfluo ed inopinabilmente chiaro che le responsabilità di tale sfacelo sociale risiedono  nella  forma mentis dell’attuale classe politica che domina e determina le sorti di questo territorio la quale avendo oltremodo voluto e saputo fedelmente incarnare il peggio del pensiero filosofico corrente ha finito per porre l’uomo con le sue debolezze e fragilità non già al centro ma ai margini della sua attenzione in assoluta antitesi ai valori antichi della solidarietà erede della grande civiltà mediterranea.

 

In tale diabolico contesto, la nostra attenzione non può che riferirsi all’attuale amministrazione Zurlo che dal 2009, anno del proprio insediamento al timone dell’ente intermedio, è rimasta impassibile a qualsiasi richiamo dimostrando in ogni circostanza ostilità, scarsa considerazione e talora anche assoluta mancanza di rispetto nonostante la legge le attribuisse doveri di interventi specifici nei confronti dei ciechi e degli ipovedenti.

 

Un grossolano e imperdonabile errore politico che rimarrà indelebile a futura memoria e che non può trovare alcun conforto giustificativo neanche nella tanto sbandierata crisi finanziaria dell’ente, quanto piuttosto nella profonda crisi dei valori umani di quanti hanno inteso azzerare e non ridimensionare un dovere innanzitutto morale prim’ancora che istituzionale.

 

Il danno oramai è compiuto.

 

Adesso non resta che attendere la fine naturale dell’attuale fase di declino sociale in cui siamo stati ricacciati. Una fase che auguriamoci abbia esaurito il suo corso per dare spazio ad un percorso nuovo che riapra le porte alla speranza in prospettiva di un futuro di dignità per i bambini, per i giovani, per le donne, per gli anziani e per i pluriminorati con disabilità visive di questo territorio.

 

Ad ogni buon conto, i ciechi , gli ipovedenti e le loro famiglie posseggono buona memoria e grande capacità di discernimento per cui sapranno, al momento opportuno, valutare e scegliere a chi affidare le speranze delle proprie legittime aspirazioni.

 

Essi sono per volere quasi naturale, particolarmente avvezzi alla lotta, alla resistenza ed alla paziente fiducia nel domani per cui confortati dal supporto di queste straordinarie virtù che ne hanno da sempre contraddistinto il proprio percorso esistenziale e quello associativo, sapranno in maniera vigile attendere la fine del tunnel.

 

Ecco perchè la nostra struttura territoriale U.I.C.I., anche nel corso del 2013 ha regolarmente  continuato a rappresentare quel faro di riferimento certo inteso a fornire per quanto ci è stato possibile ogni intervento di supporto in termini di consulenza, disbrigo pratiche, orientamento professionale consulenza tiflodidattica ecc.

 

Tra le attività maggiormente praticate, accanto alla rutinarietà degli interventi di base orientati in primis al mantenimento ed  al rafforzamento demografico della base associativa, ampio privilegio hanno avuto il segretariato sociale soprattutto in relazione all’aspetto del patronato, ed il faticoso avvio del consenso attorno alle prospettive del 5 per mille che ci si augura possa crescere e svilupparsi attorno ad una solida piattaforma di base che ne rilanci le ambizioni per un verosimile ambizioso coaudio in prospettiva di un futuro di concreto autofinanziamento.

 

Prosegue con gradevole accoglimento e soddisfazione dei soci interessati, la distribuzione delle opere del libro parlato prodotto direttamente in sede per quanti attraverso la lettura autonoma coltivano il desiderio dell’informazione e dell’aggiornamento culturale.

 

Come per il passato, anche nel corso del 2013 si è provveduto a diffondere in ogni dove e con ogni utile mezzo di diffusione, la peculiare importanza dei diversi momenti celebrativi che costituiscono l’ossatura della nostra azione divulgativa rispetto alle diverse tematiche come ad es. la giornata nazionale del Braille, la giornata mondiale della vista quella del cieco, del bastone bianco e quant’altro.

 

A livello Regionale, lo scorso anno avevamo riferito del possibile avvio in collaborazione della Regione Calabria del servizio di recupero sociale e lavorativo dei ciechi con minorazioni aggiuntive di cui alla legge 284.

 

Avevamo! si diceva, perché l’attuale assessore regionale alle politiche sociali, che intanto è subentrato nel ruolo del suo predecessore, non ha inteso onorare quanto formalmente stabilito con la precedente gestione assessorile incurante della circostanza che trattasi di una legge datata 1997 che in  Calabria a differenza del resto d’Italia non ha mai visto la luce nonostante contempli nel suo seno alcune meritevoli finalità sociali e umane tali, da fornire risposte a quei ciechi verso cui un   atroce destino ha esercitato il proprio cinico accanimento sottraendo loro ulteriori facoltà come l’udito, la motilità o peggio la capacità cognitiva.

 

Nel caso di specie, stiamo assistendo al perpetrarsi di un vero e proprio crimine sociale, ancor più vergognosamente miserabile perchè consumato ai danni di chi proprio perchè non ha voce non potrà mai reclamare il proprio diritto alla vita.

 

L’assessore regionale Salerno, mantenendo fede alla tradizione, ha preferito bontà sua, dirottare verso altri interessi quei fondi specificatamente destinati da una legge dello stato, confermando in forza del suo potere decisionale, lo status quo. Evviva!

 

In campo Nazionale, l’Unione ha tra l’altro non solo mantenuto fede al proprio ruolo di garanzia rispetto alle posizioni sin qui acquisite dalla categoria, per quanto si è spinta oltre raggiungendo anche alcuni obiettivi nei diversi ambiti che attengono alla quotidianità di tutti i ciechi e ipovedenti italiani in ragione del proprio ruolo istituzionale che le deriva da specifiche norme dello stato.

 

Un esempio per tutti riguarda il tanto delicato settore dell’occupazione lavorativa dei ciechi, che vive un momento di crisi profonda a causa ad esempio dei mutamenti tecnologici prepotentemente intervenuti nel settore della telefonia tradizionale.

 

Proprio in tale ambito, l’avvenuto definitivo riconoscimento delle nuove figure professionali individuate dal Decreto Salvi del 2000, oggi costituisce la realizzazione di un vecchio e ambizioso sogno inseguito e tenacemente voluto dall’Unione che resta ancora attuale perchè quello delle pubbliche relazioni ad esempio ancora per fortuna non risulta essere un settore impiegatizio in crisi.

 

Dunque, come è facile capire, anche in un periodo come quello attuale, contrassegnato solo da negatività di ogni sorta, la nostra Unione riesce ugualmente a dare qualche positiva risposta.

 

Tutto questo lo dobbiamo ai forti valori dell’unità della fedeltà, della compattezza  e del grande senso di appartenenza che ci derivano dal nostro glorioso passato associativo e che dobbiamo tramandare a quelli che dopo di noi verranno.

 

In un periodo storico particolarmente incerto come quello che stiamo vivendo,  caratterizzato dalla profonda e generale crisi della credibilità e dell’affezione verso ogni forma di ordine costituito,  la nostra Unione tutta deve ancorpiù avvertire il bisogno forte di autodifendersi dalle insidie del male stringendosi a sé, per scrutare con attenzione l’incerto futuro che l’attende, traendo forza dagli insegnamenti del proprio nobile passato che non dovrà mai perdere di vista.

 

Con questo appello di sincera augurale speranza, desidero stringervi forte forte tutti e dirvi tante volte grazie dal profondo del cuore.

 

Per il consiglio Provinciale

 

Il Presidente.

Cav. Francesco Scicchitano.

 

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